Isole Lipari nell’800

LUIGI SALVATORE D’AUSTRIA (1847-1915), promotore dell’opera sulle isole Lipari.
Alcuni brani tradotti – LE ISOLE LIPARI ALLA FINE DELL’OTTOCENTO

(Lipari)Nell’anno 1871 c’erano 3496 uomini e 389 donne che sapevano leggere e scrivere; 700 uomini e 230 donne che sapevano soltanto leggere e 18.872 uomini e 13.470 donne che non sapevano né leggere né scrivere . A Salina c’erano 236 uomini e 39 donne che sapevano leggere e scrivere oppure soltanto l’uno dei due. Su Stromboli 57 uomini e 10 donne, a Panaria 8 uomini e nessuna donna, a Filicuri 12 uomini e 1 donna, ad Alicuri 3 uomini e nessuna donna ed a Vulcano nessuno oltre a due guardie di faro. Attualmente il rapporto si sarà un po’ migliorato. Nell’anno 1892 nel comune di Lipari c’erano 7183 persone che sapevano scrivere, di cui 5118 uomini e 2065 donne.

A Stromboli c’era una scuola elementare per ragazzi che costava 300 lire, e c’era una scuola su Panaria al costo di 200 lire, su Filicuri al costo di 300 lire e su Alicuri al costo di 150 lire. Per cui il Comune di Lipari spendeva complessivamente 6.104 lire per le scuole.

Su Panaria c’erano 4 possidenti, 5 padroni, 20 pescatori, 4 padrone tessitrici, 2 cardatori; i restanti abitanti erano contadini e pescatori, non eccetto le donne che, appena finito il lavoro nei campi, cercavano di trarre del guadagno dalla pesca.

Popolazione Isole Lipari.
Come vediamo, l’accrescimento era piuttosto importante, ed in verità questo progressivo accrescimento dato già fin dagli antichi tempi, perché nell’anno 1400 le isole contavano soltanto 8000, nell’anno 1600 12000, nell’anno 1800 17000 e nell’anno 1841 18000 abitanti.

Una leggera diminuzione potrà causare l’emigrazione, ma finora quest’ultima é insignificante; nell’anno 1891 il numero degli emigranti del comune di Lipari consisteva in 109 per New York, 50 per l’Australia e 22 per Marsiglia. Da Salina 147 persone sono emigrate per gli Stati uniti, 72 per l’Australia, 9 per la Francia e 5 in Argentina, cioè un totale di 233 persone.

La popolazione delle isole é quasi esclusivamente nativa, particolarmente in seguito alla ripopolazione dell’isola,che fu distrutta da Heiraddin Barbarossa, con una colonia spagnola e con parecchie famiglie dai luoghi della vicina Sicilia. Nell’anno 1864 , il numero dei funzionari,artigiani,capitani mercantili e dei pescatori non liparesi incluso le loro famiglie, contava soltanto 114 persone; su Salina il numero dei medici stranieri,commercianti, costruttori e pescatori con le loro famiglie consisteva soltanto in 15 persone. Su Stromboli abitavano 2 funzionari non nativi con le loro famiglie, in tutto 8 persone, e sulle restanti isole non c’era nessun forestiero. Quest’ultime isole prima dell’anno 1600 non erano abitate e soltanto a partire da quest’epoca i liparoti cominciarono a coltivarle ed a popolarle. Vulcano fino a questo momento non ha una popolazione propria ma le famiglie ivi residenti vengono da Lipari e Filicuri. Adesso il numero della popolazione non nativa sulle isole Lipari è cresciuto a 169 persone accanto a 22 Guardie di Finanza, 9 carabinieri, 17 guardie di pubblica sicurezza e 60 soldati con 4 ufficiali.

Il numero delle famiglie ammontava nell’anno 1864 a 3.007, e cioè su Lipari 1210, su Salina 987, su Stromboli 397, su Panarea 76 su Filicuri 210, su Alicuri 109 e su vulcano 18.
Da allora il numero di queste si è moltiplicato relativamente.
I più dei liparoti adulti sono sposati; gli uomini si sposano nell’età dai 21 ai 32 anni, le donne dai 16 ai 22 anni; prima o dopo quest’età i matrimoni sono infrequenti; appena il 12% della popolazione rimane nubile. Si distribuiscono secondo le varie isole come segue:
[…] I più dei matrimoni hanno luogo tra persone nubili, perché di rado i vedovi si sposano di nuovo.Si può dire che all’incirca ogni 5 anni abbia luogo un matrimonio tra una donna nubile ed un vedovo e l’inverso, ed ogni 10 anni un matrimonio tra 2 vedovi. molto infrequente sono i matrimoni. Molto infrequenti sono i matrimoni tra persone rimaste diverse volte vedove. La durata media dei matrimoni dura 35 anni.
[…] Su ogni 1000 abitanti ci sono 14 casi di morte.

Il clima delle Isole Lipari, in mancanza totale di evaporazioni miasmatiche ed a causa della ventilazione quasi costante è estremamente salubre, di modo che malattie epidemiche sono molto infrequenti e se capitano una volta non si diffondono molto e perdono il loro carattere maligno. In seguito ai cambiamenti di temperatura, causati per la variabilità dei venti, le malattie reumatiche sono molto numerose e si può dire che costituiscono da soli un terzo delle malattie che compariscono all’anno. Spesso si fanno sentire quale reumatolgie fisse o vaganti. Appaiono anche sotto forma catarrali, causando febbri gastro-reumatiche e gastro-euteriti a cui si aggiungono spesso durante l’inverno e fino alla primavera delle pleuriti e pneumoniche. Di questi mali si ammalarono in media 1200 persone all’anno. Non infrequente sono le malattie causate da un eccesso di bile, che quale malattia primitiva colpiscono circa 600 persone, poiché le complicazioni biliari hanno luogo in quasi tutti gli altri mali, particolarmente in estate con la febbre gastrica ,sia con enterite semplice o con enterite complicata,che,con diarrea e dissenteria è la malattia predominante in estate. La gotta è in molte famiglie ereditaria.

L’apoplessia é molto comune, particolarmente a Lipari, di cui sono morte in media 10 persone all’anno.

La scabbia si trova spesso tra le classi più povere, sporche ed alla mancanza di alimenti nutrienti e per l’ingestione eccessiva di cibi salati.
Fino all’anno 1870 colpiva abitualmente 200, in parecchi anni fino a 900 persone, però é in declino da anno in anno, particolarmente su Lipari e Salina.
Più frequente c’è quella malattia su Stromboli e Vulcano e regna particolarmente durante l’inverno su Panaria, Filicuri e Alicuri, sulle quali isole complessivamente ci sono ancora da 100 a 120 casi per anno.

La longevità è abbastanza frequente. Su Lipari ci sono tante persone che hanno superato 70 anni; pochi raggiungono i 100 anni.Di solito la longevità è più frequente nelle donne che negli uomini. Su Alicuri molti raggiungono un’età molto avanzata e cioè tra i 90 e 100 anni, malgrado la povertà nella quale vivono e la nutrizione scarsa. La durata media di vita degli uomini sulle Isole Lipari comporta 37, quella delle donne 38 anni.

Casi di morte per violenza sono molto infrequenti sulle isole Lipari, accade appena un caso in 12 anni.

Più spesso capitano casi di morte per incidente, e questo particolarmente negli scavi di pomice. In media ce ne sono due casi tra uomini nel giro di tre anni, ed una caso tra femmine ogni otto anni. Il numero dei morti per malattia ammonta a 305, di cui 155 maschi alla nascita legittima e 3 alla nascita illegittima, e 143 femmine alla nascita legittima e 4 alla nascita illegittima. 26 uomini e 20 donne muoiono di malattie epidemiche.
[…] Sulle altre isole, il mangiare abituale, eccettuato i pochi abbienti – consiste di legumi pesce salato, molte verdure e qualche volta anche pasta. I tempi migliori la gente la vive ancora nella tarda estate, perché ricevono la paga per la vendemmia ed altri lavori di raccolto e perché la frutta costa molto poco. I vecchi, donne e bambini si nutrono quasi esclusivamente di frutta, e non soltanto a Lipari, ma su tutte le l’isole. La frutta più mangiata é il fico d’india, perché é nutriente ed il più conveniente. Nei mesi invernali, quindi gli abitanti di Alicuri e Filicuri, che sono ad ognio modo i più poveri, non possono andare a pesca in seguito al cattivo tempo, si nutrono soltanto di poca verdura e di erbe selvatiche,
[…] Una pietanza di contorno molto amata è la mostarda, e cioè, si fa mustarda frisca e mustarda sicca. La prima viene fatta nel seguente modo: si fa bollire il mosto finché tre quartucci si sono ridotti ad uno, poi si aggiunge della farina fine e si gira ed impasto con un legno la massa nella pentola finché non diventa una pasta solida, che si versa su si un piattino. Per la mostarda sicca il mosto deve essere altrettanto ridotto ad un terzo per bollituta. Fatto questo, si aggiunge pure della farina, un poco di cenere di legno leggero, inoltre noccioline tostate e dei pezzettini di noci o di mandorle e della buccia di arance arance amare tagliata fine per dare un sapore migliore; il più gustoso diventa però con buccia di arancia amara con essenza di limoni. Vengono aggiunti pure cannella ed altre spezie; per darle un odore particolare poi, quando la mostarda comincia a diventare più solida, la si butta dentro della forma di terracotta (forme di mostarda) che vengono comprate fuori e nelle quali si lasciano assicare da 10 a 12 giorni al sole tiepido e all’ombra. Se non si attacca più al dito, viene estratta e posta su una foglia di vite, in questo modo si conserva pezzo su pezzo, mentre le foglie di vite, assicandosi, ci si attaccano. La mostarda, che di solito viene mangiata soltanto in inverno, dura uno o anche un anno e mezzo. Quella di malvagia costa 2 lire al rotolo.

Link  testi:

– Basiluzzo 1895